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Lo sguardo

Lo sguardo è un veicolo importante della vista e tramite esso è possibile relazionarci con il mondo in un modo più completo e intenso rispetto agli altri soli sensi. Secondo gli antichi l’innamoramento era sì dovuto alla freccia d’oro scoccata da Eros, ma non senza un primo contatto visivo tra le due parti in gioco. Nella poesia antica, ma anche in Petrarca e seguenti, era la donna amata ad essere lei stessa arciera e la freccia era scoccata per così dire tramite lo strumento degli occhi. Uno sguardo potente, magnetico, dotato di forze misteriose e incomprensibili grazie al quale può scaturire l’innamoramento. Gli occhi sono quindi una via d’accesso alla propria mente, al proprio io, che è soggetta a tutti gli stimoli del mondo esterno… Uno sguardo che incontra un altro sguardo è qualcosa di più complesso, un’esperienza certo comune, se rapida, ma cosa accade quando aumenta la sua durata? Chi sarà il primo a distogliere lo sguardo? Uno sguardo dipinto è quindi il più potente di tutti perché è sempre uguale a sé stesso e sempre induce ad una riflessione sul suo significato.

 

«Voi che per li occhi mi passaste ’l core

e destaste la mente che dormia,

guardate a l’angosciosa vita mia,

4 che sospirando la distrugge Amore.

 

E’ vèn tagliando di sì gran valore,

che’ deboletti spiriti van via:

riman figura sol en segnoria

8 e voce alquanta, che parla dolore.

 

Questa vertù d’amor che m’ha disfatto

da’ vostr’ occhi gentil’ presta si mosse:

11 un dardo mi gittò dentro dal fianco.

 

Sì giunse ritto ’l colpo al primo tratto,

che l’anima tremando si riscosse

14 veggendo morto ’l cor nel lato manco.»

(Guido Cavalcanti, Rime)

 

Due occhi verdi ci osservano con fermezza e verità, appartenenti ad una donna che non può comunicare il suo io in altro modo perché limitata da questa fascia che ha sulla bocca. Lei sa che la stiamo osservando e infatti si è appena voltata per ricambiare lo sguardo. Il suo osservarci è duro, critico e ci chiede il perché delle nostre azioni… Cosa ha fatto lei perché la si imbavagli in questo modo? Sembra che dica: “mettetemi pure a tacere, ma nulla cambierà la realtà dei fatti”. Si tratta di Madre natura che ci interroga con lo sguardo sul motivo del nostro farle del male e in essa riecheggiano anche gli sguardi di tutte le donne vittima di violenza.

Michela dal Zovo, Giovane donna,

Un viso ampio e lucente, incorniciato da una chioma di setosi capelli neri, rivela due sfavillanti occhi azzurri. Il suo guardare è limpido, diretto, quasi tagliente. Si tratta forse dello sguardo di saggezza della dea Atena glaucopide (occhio azzurro, che sarebbe più corretto definire bianco)? Il viso di questa ragazza è fiducioso, ancora pieno di speranze. Non ci si inganni, non è uno sguardo superficiale, ma sensibile e attento, che ha cura e sta già per accennare un sorriso.

Gessica Tiziani, Sguardo azzurro,

Non sempre lo sguardo si fa comprensibile e a volte dietro a degli occhi si cela un indecifrabile e vertiginoso mistero. E come se il pensiero di questa ragazza si celasse attraverso un’armatura di imperturbabilità. Eppure fuoriesce una vena di malinconia che invece di soffocare il dipinto dona quel tocco di verità che dà concretezza alla sua figura. Di nuovo uno sguardo che ci interroga perchè vuole da noi una risposta ad un enigma che non esprime e sta in questo tutta la sua struggente poetica.

Mara Barison, Coreana,

Uno sguardo può essere anche civettuolo, ma ciò non toglie che celi una persona sicura di sé. Si può dissimulare molto con uno sguardo a tal punto da esserne ingannati, eppure se ci si sofferma per più tempo si può andare in profondità e cogliervi sfacettature sorprendenti. Questi occhi sono rassicuranti e garantiscono sincerità in modo schietto, ma al tempo stesso ironico.

Paola Boron, Victoria,

In questo caso ad osservarci è un angelo, una figura che nel suo sembiante è a metà tra l’uomo e la donna, un essere etereo che oggi potrebbe essere definito queer. Il suo sguardo è fisso, ma pur guardandoci pare che non lo faccia e passi oltre come se vedesse dietro di noi qualcosa di più interessante. Il suo viso è fisso, i suoi capelli fluttuano, eppure al tempo stesso danza. Un’entità di mezzo, una terza via che ha cura di chi si sente affine a lui e lo custodisce con le sue ali. Che grazia dinamica, che ieraticità!

Antonella Burato, Angelo del risveglio, bozzetto,

Uno sguardo a metà si palesa dietro ad una sorta di tenda, un velario che copre e cela questa figura di donna avvolgendola nel mistero. Quest’unico occhio è intensissimo e sembra davvero di trovarsi di fronte ad un’incantatrice la quale sta per scagliarci contro una malia per il solo fatto di essere stata vista. Si potrebbe anche pensare trattarsi di una figura che emerge dai fumi dell’incenso e quindi rimandare ad un esotismo zen colmo di spiritualità.

Helga Trestini, La spia oppure L’incantatrice,

Questi occhi sono di un’intensità disarmante e sembra davvero che al loro interno vi brillino delle stelle. Tutto ciò trasmette non paura, ma un sentimento rassicurante e un desiderio di ascolto rispetto alla storia che questa donna può aver vissuto. Con questo abito che le circonda il capo ricorda quasi madre natura e ciò le conferisce una maggior solennità, una profondità disarmante ed un rispetto empatico.

Anna Elisa Sartori, Ritratto,

Chi ha detto che l’intensità di uno sguardo sia solo una prerogativa dell’umano? Questo gatto imbronciato ne è la prova, ma in fondo non ce l’ha con noi perché la sua coda vibra e probabilmente aspetta solo di essere sfamato. Uno sguardo perforante e graffiante reso con pochissimi tratti che ha una carica comunicativa portentosa. Tutto ciò ricorda quasi un’intuitività dinamica da grotta rupestre ed è un’eccezionale prova di abilità dell’artista che ha sintetizzato le forme per raggiungere una nuova espressività.

Lara Ottaviani, Monotipia,

Un altro volto a metà ci interroga con fissità sul motivo della sua sofferenza. L’essenza dell’umanità è l’acqua e non può esserci vita senza il suo tramite. Cosa può esserci di più ignobile di chi inquina o nega ciò? Può un bene primario essere deturpato con così tanta leggerezza? L’occhio di questa donna assomiglia molto alla nostra terra, il pianeta azzurro, ed è come se fosse lui ad interrogarci sull’insensato motivo per cui lo vessiamo a cuor così leggero. La terra piange, vogliamo ascoltarla?

Ivana Schiavo, Lo sguardo,

L’articolo è proprietà intellettuale di Rossi Pierluigi.